In età adulta, ma non solo, è possibile che la cartilagine del ginocchio possa usurarsi, creando una patologia molto comune e molto dolorosa. Questo tipo di disturbo coinvolge non solo la parte cartilaginea del ginocchio, ma anche i tessuti muscolari e quelli ossei.
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La peculiarità della cartilagine
La peculiarità della cartilagine è quella di essere molto flessibile e di svolgere un ruolo di protezione verso le articolazioni, sia dagli attriti che si producono quotidianamente con i semplici movimenti, che dalle pressioni o traumi che potrebbe subire involontariamente.
I problemi della cartilagine
Per la cartilagine del ginocchio il problema può avvenire per due motivi. Il primo è da individuare nel deterioramento dovuto al movimento che, a lungo andare, o nel caso in cui vi siano mal posizionamenti delle parti vicine al ginocchio, comporta il consumo anomalo della cartilagine e quindi la sua usura. Il secondo tipo di problema nasce nel caso in cui il ginocchio subisca un trauma. In questo caso, la cartilagine subisce una pressione o un urto superiore a quello che riesce a sostenere e potrebbe rompersi. La caratteristica della cartilagine è che, al giorno d’oggi, non si è mai riusciti a trovare un modo per ”ripararla”, e dunque le uniche cure riguardano la possibilità di limitare i danni, evitare eccessivo dolore e tenere sotto controllo i sintomi.
Deterioramento della cartilagine
Parlando del problema cartilagineo dovuto al deterioramento, vi sono differenti cause che possono comportare la nascita di questo problema. Una di questa è sicuramente l’obesità. L’eccessivo peso di un soggetto comporta uno stress superiore a quello supportato sulle ginocchia, che ha come conseguenza quella di usurare in modo anomalo la cartilagine. Questo processo può avvenire in un tempo soggettivo, che dipende sia dalla resistenza della cartilagine presente nel ginocchio del soggetto, che dal peso, ma anche dall’età dello stesso soggetto. Un’ulteriore causa di deterioramento cartilagineo può essere rinvenuto nel possesso del cosiddetto ginocchio valgo, conosciuto anche come ginocchio vago.
Curare ginocchio valgo
É possibile curare il ginocchio valgo? In questo caso la cartilagine è sottoposta ad un tipo di stress differente rispetto a quello per cui svolge la propria funzione, deteriorandosi maggiormente su una parte rispetto che all’altra. A lungo andare, se non trattata adeguatamente, la cartilagine potrebbe deteriorarsi in modo definitivo, bloccando totalmente il ginocchio del soggetto affetto dal problema. Lo stesso tipo di deterioramento può essere provocato sulla cartilagine da un ginocchio che ha subito un trauma, come una distorsione, ma più probabilmente una frattura, spostando il tessuto osseo dalla posizione che normalmente occupa. Anche gli sportivi possono soffrire di questo tipo di patologia, specialmente quelli che sottopongono gli arti inferiori a sforzi eccessivi o che praticano strade o terreni molto duri. Stesso discorso vale per coloro i quali praticano lavori in cui gli sforzi eccessivi sono all’ordine del giorno. Viceversa, anche una vita sedentaria può comportare problemi alla cartilagine del ginocchio, causando un consumo di tipo inverso rispetto a quelli fino ad adesso descritti, ma allo stesso tempo ugualmente debilitante e doloroso.
Cartilagine debole a seguito di un trauma
Per quanto riguarda la seconda categoria dei problemi relativi alla cartilagine del ginocchio, il trauma può essere causato da diversi fattori. Tra i calciatori e gli sportivi in generale, ma non solo, è piuttosto comune che si subiscano lesioni sia al menisco che ai legamenti del ginocchio. Questo tipo di trauma comporta conseguenze negative anche alla stessa cartilagine, non solo in maniera diretta, ma anche indirettamente in quanto, superata la ”botta” iniziale, essa dovrà lavorare in maniera differente per sopperire alla condizione generale del ginocchio.
Sintomi della cartilagine debole
I sintomi più ricorrenti per questo tipo di patologia cartilaginea riguardano soprattutto un dolore, che, nello specifico, può essere localizzato sia nella parte interna del ginocchio che in quella posteriore, ma non sempre. In realtà, il disturbo alla cartilagine diviene evidente non solo per il dolore costante, ma per l’aumentare della soglia nello svolgimento di determinate azioni, come sollevarsi dalla posizione inginocchiata oppure salendo le scale. Inoltre, se trascurato, il ginocchio tenderà a gonfiarsi e, talvolta, è possibile che vi sia fuoriuscita di liquido che forma un’edema. A seconda dell’usura o del trauma subito dalla cartilagine il ginocchio potrebbe persino bloccarsi, o comunque limitare notevolmente i movimenti del soggetto affetto dal problema.
La cartilagine può essere riparata?
Come detto, la cartilagine non può essere ”riparata”. Vi sono alcuni rimedi però, oltre a quello chirurgico, che possono limitare i danni e attenuare il dolore, consentendo la libertà di movimento. Uno di questi rimedi prende il nome di cartilagine di squalo o l’uso di una crema. La vera cartilagine di squalo si ottiene essiccando lo scheletro degli squali. In realtà al giorno d’oggi vengono trovati in commercio molti farmaci venduto sotto questo nome ma che sono costituiti da collageni e addensanti, senza che vi sia un riferimento diretto all’animale. E’ venduta generalmente sotto forma di compresse, quindi da assumere per via orale. E’ una cura che può comportare benefici relativamente alle ferite subite da un soggetto, comprese quelle alla cartilagine del ginocchio, ma che non è da immaginare come miracolosa. Infatti, secondo recenti studi, a lungo andare l’assunzione di questo farmaco potrebbe rivelarsi tossico.
Per rigenerare la cartilagine del ginocchio è possibile anche assumere degli integratori oppure effettuare una dieta che prevede l’assunzione di determinate vitamine e proteine utili allo scopo. Le uova sono fondamentali a questo scopo. La lisina, infatti, è un aminoacido contenuto nelle uova, molto importante in quanto possiede due funzioni fondamentali: quella di assorbire il calcio dagli altri cibi per rilasciarlo in favore di articolazioni e ossa, e quella di detenere collagene, molto utile proprio per la cartilagine. Non solo le uova, ma anche le carni bianche e la frutta secca possiedono questo aminoacido che risulta essere fondamentale. Gli agrumi e le verdure dalla foglia verde, come la lattuga, i broccoli e i cavoli, invece sono ricchi di Vitamina C. Anche questa componente è fondamentale per la rigenerazione della cartilagine, in quanto ricco di collagene. La Vitamina C, oltre a rinforzare il sistema immunitario, agevola l’ossigenazione del sangue, processo che comporta un risanamento delle ferite in tempi molto più brevi. I pesci, come il salmone, e il latte, specialmente quello intero, invece sono importanti in quanto detengono la Vitamina D, che consente di evitare patologie come le artrosi alle ginocchia, detta gonartrosi. Anche gli integratori, dunque, possono essere assunti per far sì che si eviti questa situazione. Oltre alla lisina e alle vitamine sopra citate, gli integratori possono essere a base di glucosamina, un aminoacido gelatinoso ricco di collagene. La glucosamina inoltre facilita la produzione del liquido sinoviale, che, se non è in accumulo, lubrifica in modo corretto il ginocchio, proteggendolo da eventuali rischi di artrosi. Molto importante è anche assumere mediante integratore un componente della cartilagine stessa, ossia il condroitin solfato, che non solo contrasta le cellule infiammate, ma aiuta a tenere il ginocchio nutrito e lubrificato.
Solette per le scarpe
Esistono anche delle solette, acquistabili anche in farmacia, che migliorano la postura del ginocchio e ”aggiustando” il movimento non corretto del ginocchio. In questo modo si potrebbe evitare un’usura involontaria dovuta alla postura e a eventuali traumi subiti dal ginocchio. Inoltre queste solette evitano il propagarsi di eventuali vibrazioni derivanti dal piede, a seguito di salti, camminamenti su terreni duri o su strade accidentate. Tali sollecitazioni giungono al ginocchio e possono provocare distorsioni rispetto alla regolare attività cartilaginea. Le solette sono realizzate con speciali materiali in gel, che consentono di assorbire completamente le vibrazioni e gli impatti, riducendo al minimo eventuali conseguenze negative sulle ginocchia.
Infiltrazioni di acido ialuronico
Sempre seguendo un trattamento di tipo conservativo, è possibile effettuare infiltrazioni di acido ialuronico. E’ una tecnica ben consolidata, in quanto viene applicata ai pazienti, con risultati sempre più efficaci, ormai da oltre cinquant’anni. Si tratta di un’infiltrazione che avviene a livello intra-articolare che deve la sua efficacia alle proprietà possedute da questa sostanza. Infatti l’acido ialuronico ha la funzione di proteggere la cartilagine, non permettendo la penetrazione di alcune cellule che possono risultare infiammatorie, evitando l’usura e il deterioramento. Questo tipo di infiltrazioni comportano notevoli benefici al paziente. Innanzitutto alleviano il dolore, consentendo al soggetto affetto dal disturbo di muovere le articolazioni più agevolmente. In secondo luogo riducono l’infiammazione che si è creata all’interno del ginocchio. Molto importante è l’effetto che comporta sulla cartilagine: questa infatti può rigenerare il proprio strato amorfo, migliorando la sua funzione e la sua efficacia. Questo passaggio è dovuto al fatto che le infiltrazioni di acido ialuronico aumentano la densità e il numero delle cellule della cartilagine, che prendono il nome di condrociti. L’unica nota negativa è che il beneficio creato da un unico ciclo di infiltrazione può durare da un tempo che varia da circa sei mesi ad un intero anno, dopo il quale sarà nuovamente necessario intervenire con questo sistema conservativo. A lungo andare, però, la cura potrebbe non avere più effetti benefici e il paziente dovrebbe scegliere di intervenire chirurgicamente prima che i danni siano irreversibili.
Situazioni gravi
Per coloro i quali, invece, la situazione è piuttosto grave e irrimediabile, al giorno d’oggi la medicina e la chirurgia hanno portato avanti, con probabilità di recupero completo sempre più alte, trapianti di cartilagine del ginocchio. Esistono vari tipi di trapianto cartilagineo a seconda del problema.
Il primo, detto trapianto osteocondrale, prevede il prelievo di cartilagine da un’altra parte del corpo del paziente, meno sottoposta a traumi ed usura. La cartilagine prelevate verrà impiantata nel ginocchio, in modo tale da ricreare quel ”cuscinetto” che protegge il contatto tra le ossa.
Un’ulteriore tipo di trapianto è quello definito omologo. In questo caso il prelievo è relativo alle sole cellule ancora sane del tessuto cartilagineo del ginocchio che soffre del disturbo. Tali cellule vengono inviate in coltura, dove vengono ”nutrite” con sangue del paziente, in modo tale da farle crescere fino a che diventano dei veri e propri condrociti, ossia le cellule cartilaginee in grado di rigenerarsi. Una volta rimodellate verranno reimpiantate nel ginocchio del paziente.
Esiste un’ulteriore operazione, la quale non è un vero e proprio trapianto. Questa riguarda l’innesto di un gel che funge da cartilagine all’interno del ginocchio. Questo gel possiede le medesime proprietà della cartilagine e svolge le stesse funzioni.
Con la tecnica delle microfratture, invece, si vuole stimolare e sollecitare la rigenerazione autonoma delle cellule cartilaginee. Per farlo è necessario creare dei nuovi flussi sanguigni, perforando, mediante un’attrezzatura idonea e precisa, il tessuto osseo che risulta scoperto per la mancanza di cartilagine. In questo modo, si consente al sangue di portare nuove cellule e nuovi condrociti per la rigenerazione. Se la medesima tecnica viene effettuata utilizzando, al posto del punteruolo come avviene per le microfratture, una fresa ad altissima velocità allora si parla di abrasione cartilaginea. Mediante questo strumento si giunge ai flussi sanguigni dell’osso procedendo come una levigatrice sul tessuto.
A seguito di ciascuna operazione o trapianto effettuato è necessario svolgere un periodo riabilitativo, durante il quale bisogna attendere la completa ripresa della cartilagine interna al ginocchio. Innanzitutto non sarà possibile imporre pressioni sul ginocchio per almeno due settimane, e dunque non si deve camminare nè sollevarsi in maniera autonoma dal letto, per evitare di effettuare dei carichi sulla parte sottoposta ad intervento. Per muoversi dunque sarà necessario l’utilizzo di stampelle. Sarà necessario anche effettuare delle sedute per mobilitare passivamente l’articolazione. Nelle successive settimane, invece, la fisioterapia è importante in quanto bisognerà riadattare la muscolatura del ginocchio, potenziandola. Entro qualche mese il paziente sottoposto ad intervento potrebbe essere idoneo anche per la ripresa dell’attività fisica.
Uso della tecnologia chirurgica
La tecnologia chirurgica sta invece progredendo verso un’altra strada. Le cellule staminali, infatti, in questo campo possono risultare molto importanti e molto utili per una ripresa molto più celere, rispetto a quella degli interventi odierni. Infatti le cellule staminali, ottenute dal midollo osseo e da altri tessuti del corpo, vengono riposte in coltura in modo tale che possano adattarsi alle altre cellule presenti di tale ambiente. La speranza dei medici chirurgici è che le cellule staminali possano stimolare la creazione di cartilagine ialina. Ancora sperimentale invece risultano essere gli studi relativi all’ingegneria dei tessuti, che consentirebbe la creazione mediante tecniche innovative e laser del tessuto cartilagineo.