Cause e rimedi per le vene varicose

Le patologie venose, almeno a sentire le stime sui giornali specializzati, sono molto diffuse in generale nel pianeta e in particolare in Italia, con gli ultimi report che indicano come ne soffra una donna su quattro e almeno il 15% degli uomini.

Tali patologie oltre a causare grossi danni estetici, portano delle problematiche anche abbastanza importanti, e nelle forme più gravi costringono il paziente a sottoporsi ad intervento chirurgico, allo scopo di eliminare completamente i disturbi legate alle insufficienze venose. Nel presente esse sempre più frequentemente sono indicati con il nome di vene varicose o varici. Analizziamo per questo cosa sono veramente le vene varicose, e i rimedi da porre in essere.

Cause delle vene varicose

Le vene varicosi conosciute anche come varici, sono delle importanti disfunzioni venose che nella maggior parte dei casi interessano gli arti inferiori. Di prassi esse portano una dilatazione venosa conseguente all’afflusso del sangue, in poche parole la parete esterna della vena “collassa”, portando con se delle nodosità abbastanza evidenti, non solo alla vista ma anche al tatto. Le vene infatti a differenza delle arterie non posseggono una buona muscolatura esterna, il passaggio del sangue unito ad una predisposizione genetica agisce per questo sulle pareti esterne, causando una dilatazione del vaso, dilatazione che quando diventa patologica porta alle cosiddetti varici. Oltre a un problema genetico sull’insorgere delle varici insistono anche vari fattori a rischio, quali l’abitudine a stare molto in piedi, la gravidanza e l’obesità. In tale contesto da sottolineare come lo stile di vita influisce in maniera importante sull’insorgere della patologia, le stime realizzate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenziano come in continenti con stili di vita diversi come ad esempio l’Asia e l’Africa, le vene varicose sono presenti con percentuali dieci volte minori, almeno rispetto a paesi sviluppati come l’Europa o l’America. Di prassi inoltre l’interessamento della malattia colpisce le gambe, ma non sono rari soprattutto nei maschi già soggette a varici, l’insorgere di alcune complicazioni anche nell’apparato riproduttivo, in tal caso la medicina attuale parla di varicocele.

Problemi delle pareti venose o degenerazione valvolare

Gli studi hanno permesso di appurare che sull’insorgenza delle vene varicose insiste anche una sintomatologia legata al mancato svuotamento del sangue che attraversa le vene, in questo caso a non funzionare alla perfezione sono le valvole che regolano l’afflusso del sangue nelle vene. Non tutti sanno infatti che le vene sono dotate di valvole a semiluna o di non ritorno, valvole cioè che permettono il ritorno del sangue verso il centro del corpo, ma impediscono la discesa dello stesso sangue verso la parte inferiore delle gambe. Quando queste valvole non funzionano alla perfezione, vi può essere un ristagno che lascia il sangue all’interno delle vene, e alla conseguente dilatazione delle stesse. Di prassi tale sintomatologia può essere diagnosticata con un semplice esame specialistico anche ambulatoriale, essa può essere curata altresì con una compressione effettuata tramite dei bendaggi elastici, o con l’utilizzo di calze elastiche a compressione graduale. Importante sapere anche che una delle prime vene ad essere interessata da problemi vascolari è la safena, essa non è altro che una vena che attraversa tutta la gamba, e in presenza di varice si presenta con una conformazione nodulare al tatto e abbastanza tortuosa alla vista.

La classificazioni delle vene varicose

Ci sono parecchi tipi di classificazioni relativamente alle varici degli arti inferiore, la prima è quella che interessa il posizionamento delle varici, in questo caso di parla di:

Varici tronculari

(che coinvolgono cioè solamente le vene Safene),

Varici reticolari

(che interessa i vasi afferenti alle safene)

Microvarici

(che interessano le porzioni più terminali e periferiche delle vene). In linea di principio le varici tronculari quelle reticolari e le microvarici possono anche essere indipendenti una dall’altra, stante che non sono conseguenziali, non sono cioè un evoluzione una dell’altra.

Varici Primitive e Secondarie

A secondo del tipo di varici lo specialista sceglierà il rimedio più adatto, intervenendo medicalmente o chirurgicamente. Relativamente all’insorgere della patologia la divisione classica è quella in cui si parla di varici primitive e secondarie, intendendo le prime come una malattia con causa sconosciuta, e la seconda come un’evoluzione di una patologia preesistente (come ad esempio un importante insufficienza venosa post-trombotica).

Ultimamente anche su disposizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità molti specialisti usano la classificazione CEAP, una classificazione che si basa su un diverso approccio di diagnostica delle patologie venose, e contempla una scala sulle manifestazioni cliniche, sull’eziologia, sulla distribuzione anatomica e sulle condizioni fisico patologiche presenti nel paziente.

Sintomatologia delle vene varicose

In una prima fase, quella iniziale, le vene varicose si evidenziano con un forte sensazione di stanchezza alle gambe, di solito seguita da crampi notturni e da bruciore localizzato durante l’utilizzo di acqua calda, come ad esempio quando si effettua una doccia. L’acqua ad una certa temperatura infatti contribuisce a dilatare le vene, e amplifica e non di poco la sensazione di bruciore che si avverte, questo avviene anche in presenza di alte temperature esterne, ed è per questo che la sintomatologia relativa alle varici si aggrava durante il periodo estivo.

Non sono rari nella fase iniziale della malattia notare un classico colore bluastro localizzato attorno ai capillari rotti, dovuto alla rottura del vaso superficiale, sintomo inequivocabile di un insufficienza venosa degli arti inferiori. Via via che le vene continuano a peggiorare si notano delle macchie bluastre sull’intero arto, al tatto inoltre le vene, soprattutto la safena, si presenta ingrossata e nodulare. Per avere comunque la certezza assoluta della presenza di un insufficienza venosa è necessaria una visita specialistica, durante quest’ultima un medico specializzato opererà una diagnostica con l’ecodoppler, l’indagine diagnostica avrà lo scopo di misure il flusso di sangue all’interno delle vene, sarà analizzata anche la pressione interna, e la presenza di eventuali occlusioni che possano interrompere il normale flusso sanguigno.

Nella fase più avanzata che corrisponde a quella più grave non è raro vedere alcune ulcere direttamente sulla parete venosa, in questo caso di solito vi è la presenza di episodi di sanguinamento, che per quanto poco dolorosi devono essere attenzionati in maniera specifica da un medico specialista.

Come curare le vene varicose

Molte sono le modalità di cura delle vene varicose, alcune totalmente indolori altre, nelle situazioni più gravi, che comportano l’intervento della chirurgia. Inizialmente le varici possono essere trattate con riposo degli arti inferiori e con l’applicazione di bendaggi elastici o con l’uso di creme che aiutano a compensare parzialmente l’insufficienza venosa, non è raro in questa prima fase che uno specialista possa abbinare dei farmaci vasotonici, con quest’ultimi che hanno la funzione di tonificare e irrobustire la parete interna della vena. Sollievo deriverà anche dal riposo avendo l’accortezza di alzare leggermente le gambe (ad esempio applicando un cuscino sotto gli arti), ciò favorirà il ritorno del sangue verso il centro del corpo, e contribuirà allo svuotamento dei vasi. Si potrà inoltre alleviare la sintomatologia dolorosa con l’utilizzo di creme, optando per quelle che contengono al loro interno ingredienti che favoriscono l’irrobustimento delle vene, o amplificano il potere lenitivo alleviando i sintomi di bruciore. A secondo della gravità lo specialista potrebbe optare anche per l’inoculazione di farmaci sclerosanti, tale trattamento effettuato ambulatorialmente mira alla chiusura definitiva del vaso danneggiato, nel passato il trattamento sclerosante era ampiamente utilizzato, mentre ultimamente si assiste ad una sua parziale regressione, anche a causa di episodi che hanno visto l’aggravamento della patologia. Se anche in questo caso non si riesce a porre rimedio l’ultima spiaggia è quella che vede l’intervento chirurgico, solitamente in questo caso di interviene asportando la safena tramite un intervento conosciuto come safenectomia. Solitamente l’asportazione non provoca grossi traumi, e prevede un recupero post operatorio abbastanza veloce, e comunque mai superiore ai quindici giorni, non è raro che la safenectomia venga effettuata in regime di day hospital e a volte viene applicata utilizzando finanche la tecnologia laser, che di fatto risulta ad essere la tecnica meno invasiva sotto il punto di vista chirurgico, e anche quella che fornisce la percentuale più alta di evitare recidive.

I maggiori pericoli in presenza di vene varicose

Nella situazione più grave il pericolo maggiore che corre un paziente affetto da vene varicose è quello del distacco di un trombo e della conseguente occlusione della vena. In questo caso in medicina si parla di trombosi venosa profonda, essa nei casi più gravi può portare a un’embolia polmonare potenzialmente letale. In questo caso, per fortuna poco ricorrente nella casistica medica, il trattamento prevede l’immediato ricovero ospedaliero e la conseguente assunzione di farmaci anticoagulanti, e solo in casi estremi il ricorso alla chirurgia per eliminare il trombo che si è formato. Il pericolo di una trombosi venosa profonda è esasperato durante situazioni in cui il paziente sta per molto tempo seduto comprimendo le gambe, questo è il caso di voli a lungo raggio, in tal caso gli specialisti consigliano a chi è affetto da vene varicose di utilizzare per tutto il periodo delle calze a compressione graduale, e nei casi più gravi l’assunzione di medicine anticoagulanti come ad esempio l’eparina. Consigliato comunque prima dell’inizio del viaggio un consulto medico.

Cosa fare se si è soggetti a varici degli arti inferiori

Non conoscendo ancora le cause scatenanti dell’insufficienza venosa, che è alla base delle vene varicosi è molto difficile parlare di prevenzione. Di certo vi è che la limitazione di alcuni fattori di rischio può portare, anche in presenza di disfunzioni genetiche venose, a un miglioramento del quadro clinico generale. Gli specialisti sono concordi nell’affermare che l’esclusione di fumo e alcool associato ad una dieta equilibrata, e a un moderato esercizio fisico, può portare a un miglior approccio alla malattia venosa. In tale contesto è finanche consigliato cercare di ridurre il più possibile una postura che prevede molte ore in piedi, in caso si è impossibilitati ad evitarla (ad esempio per ragioni lavorative) un certo sollievo può essere portato da frequenti camminate, in maniera tale da tenere il più possibile in attività gli arti inferiori. Consigliata anche in caso di gravidanza in presenza di rischio genetico una visita preventiva, in questo caso non è raro che lo specialista interpellato possa optare per una cura preventiva a base di vasotonici. Anche in presenza conclamata di insufficienza venosa è consigliata una moderata attività fisica, quest’ultima deve essere effettuata avendo cura di evitare sport traumatici per gli arti interessati.

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